Dove vanno i precari?
Alla Mayday


Ogni gita fuori porta - ve le ricordate? Quelle di una giornata, a prezzi popolari, sponsorizzate dai depliantes - vive un suo momento clou: la vendita, ai convenuti, di pentole, aspirapolveri e amenicoli vari. Anche la Mayday Parade, a modo suo, è una gita fuori porta e anche la Mayday, sempre con un suo stile, offre dei prodotti di qualità. Noi, nella veste di venditori, non possiamo che dirvi che questi sono i migliori in circolazione. Ebbene sì, ciò di cui vi parleremo riguarda la gita e la porta, meglio dire del suo attraversamento, e tutti quei gingilli che allegati al viaggio ne costituiscono, in verità, il senso più profondo.


Andiamo con ordine. Di tutte le Mayday l'edizione 007 è la più importante. Il perchè vi dovrebbe essere chiaro! Nell'anno domini 2007 il centro sinistra governa e il suo successo dipenderà in gran parte dall'esito delle sue politiche contro la precarietà. Se il governo in questo campo dovesse fallire - e disgraziatamente fallirà - non crollerebbe solo il giudizio sul suo operato ma con esso svanirebbe un'idea di sinistra, che diciamolo, non ci entusiasma, ci annoia mica poco, e di cui soprattutto non abbiamo bisogno. E non parliamo semplicemente di questa o di quella parte del variegato mondo della sinistra bensì ci riferiamo all' equilibrio fra le sue parti. Un equilibrio instabile risultato complesso di un sistema di forze attrattive e repulsive, di valori e di pratiche conclamate, il tutto delimitato da un orizzonte degli eventi sempre più chiuso e autocentrato, lontano dalla cruda realtà. Se pensate che ciò sia vero comprenderete anche l'opportunità che la gita Mayday vi offre. Non abbiate paura nell'oltre- passare i muri in cui i possibili accadimenti sono stati confinati. Esiste ben altro che i tavoli di concertazione, i primi maggio tradizionali, le fanfare dei confederali, i piccoli settarismi, le liti fine a se stesse - io litigo quindi sono ! - il rimescolamento dei nomi dei partiti ma mai di chi li comanda. Passiamo alle pentole. Ops! A ciò che la Mayday produce e che vi offre. Noi non rincorriamo il nuovismo come spesso accade ultimamente nella sinistra Certo, per chi si sente fermo l'esigenza di muoversi è una necessità assoluta ancora più importante della direzione verso la quale dirigersi. Guardate chi anima la Mayday; noterete centinaia e centinaia di lavoratrici, di precari e precarie, native e migranti, che hanno investito le proprie energie, la propria passione, la propria intelligenza per mostrarvi un modo diverso di pensare ed attuare la lotta alla precarietà. Un corpo in movimento che incarna la novità. Frutto di una esigenza e non della constatazione del proprio immobilismo, intimo compagno del nuovismo. Il 4 e il 17 novembre 2007 ci sono stati una manifestazione e uno sciopero contro il precariato, ovvero contro di noi, che siamo un problema incomprensibile per chi cerca solo di sopravvivere politicamente. Ebbene queste date non hanno espresso una sola idea convincente per uscire dalla precarietà. Da sette anni, come oggi, è la Mayday ad esprimere le visioni e le opportunità che nascono dai movimenti che si oppongono alla precarizzazione . Se state leggendo queste riflessioni su City of Gods, maneggiatelo con cura, il perché dovrebbe essere chiaro. Esso non è solo un foglio con delle informazioni bensì rappresenta una relazione nuova fra i precari e la loro parola.