Lei è il direttore generale dei periodici Mondadori, impresa nota per l'"attivismo": nuovi progetti, cambi fulminei di direttori, acquisizioni, joint venture, allegati marketing oriented.Sì, in Mondadori abbiamo una strategia moderna, scattante, target oriented. I giornali si fanno e si disfano, i giornalisti si riciclano. Chiudi di qua, li metti di là, e nessuno si lamenta. Siamo una grande famiglia, i dipendenti hanno assimilato la "filosofia". Poi abbiamo introdotto politiche di flessibilità del lavoro. Bisogna guardare avanti. Chi si ferma è perduto.Ci spieghi meglio, ci interessa...Su circa 400 giornalisti assunti, un centinaio lavorano quotidianamente in redazione ma sono "collaboratori". Poi ci sono pool interni di redattori, con contratto non giornalistico, come a Sorrisi e Canzoni TV. Un'idea meravigliosa: quando i giornalisti sono in sciopero c'è il service interno, il pool, che lavora al posto loro.Ma il sindacato, scusi?Ha capito, ha accettato, è stato intelligente, duttile. C'è stato anche uno scambio utile per i giornalisti interni.Cioè? Beh, hanno ottenuto un ottimo contratto integrativo, nel 2003.E nel futuro, cha cosa vede? Tutti gli editori sono d'accordo sull'eccessivo costo del lavoro giornalistico. (25.000 euro lordi un Redattore Ordinario di prima nomina, 18.000 un praticante ndr). Se si riuscisse a ridurlo del 25-30%.... Una via potrebbe essere il multimediale. I giornalisti devono assumersi più ruoli e mansioni, su più piattaforme contemporaneamente. Così, con un solo giornalista, io ottengo il lavoro di due o addirittura di tre. Per ora, comunque, sinceramente... di multimediale parliamo tanto ma è una farsa! Il nuovo Panorama prevedeva un blog per ogni giornalista, ma si è bloccato per via della difficoltà a filtrare ciò che dicono (e scrivono) i dipendenti. Può capirmi, sa com'è...