MINCHINO ANCORA TU?


Precarietà, meritocrazia, produttività. Ecco i trucchi dello specialista.


Minchino parla, scrive e teorizza di fannulloni come se lui lavorasse. E si occupa di precarietà, meritocrazia e produttività: parole d’oro per lui, drammatiche per noi. A voi alcuni suoi trucchi.PRIMO - Polemizzare con interlocutori immaginari. Con chi sosterrebbe la normativa attuale come la migliore possibile, o chi riterrebbe tabù i problemi sollevati.SECONDO - proporre le “soluzioni migliori con certezza scientifica”. Cioè ricorrendo a dati di comodo. Dopo quella del lavoro precario che non crescerebbe con la legge 30 (basta ignorare gli anni in cui ... cresce), pronta la nuova bufala: “aumenti contrattuale senza freni negli enti locali!”. Ben +23,9% tra 2000 e 2004!! (fonte Aran). Peccato che per l’ISTAT siamo solo a +15,1% tra 2000 e 2006 (fonte Audizione Commissioni bilancio Camera e Senato 2006). Aumento, peraltro, in linea con quello nei servizi privati, se non fosse per le “retribuzioni di fatto”... ma, dice l’ISTAT: “L’elevato valore di questa componente retributiva nel pubblico impiego trova origine nel maggior importo degli arretrati”. Cioè: vengono pagati in ritardo dei soldi dovuti.TERZO - Scopiazzare argomenti dell'era di Reagan: stabilità = inefficienza per mancanza di stimoli. Servono incentivo all’impegno (la carota) e nuove regole del licenziamento (il bastone). Ecco che cosa sta dietro alla strombazzata meritocrazia. Ma nel “meritocratico” privato fan carriera meritevoli, lecchini o raccomandati?QUARTO - Non calare mai le proposte nella pratica . Propone di valutare le inefficienze, premiare e punire a suon di numero di pratiche evase e soddisfazione dei consumatori! Esempio: l'ufficio postale ha sempre meno personale, gli impiegati lavoreranno di più ma si vedranno negare gli aumenti di stipendio perchè i clienti non saranhno soddisfatti.... basta sommare mele e pere e sottrarre fragole...Tutti i Minchinidi (vedi www. lavoce.info) hanno ambizioni “riformatrici” (cioè controriformatrici) che vanno ben oltre il pubblico. Licenziamenti più facili contro la precarietà, meritocrazia contro i bassi salari ed entrambe le cose per accrescere la produttività, cioè i profitti d’impresa, che in questi anni hanno già superato ogni record.